Ciao a tutti,

Desidero condividere con voi la mia frustrazione riguardo alla terribile situazione che i ricercatori stranieri (o italiani con titolo straniero) devono affrontare quando cercano di riconoscere i propri titoli di studio esteri in Italia. Questa è una questione che personalmente mi tocca da vicino, avendo conseguito una laurea e un dottorato in Germania. I titoli accademici non italiani non hanno alcun valore in Italia, e per questo per accedere a qualsiasi concorso pubblico ci sono due strade: l’equipollenza e l’equivalenza. Entrambi hanno step in comune che vi spiego sotto, essenzialmente al termine dell’equipollenza viene rilasciato un titolo italiano a tutti gli effetti; l’equivalenza è una procedura da effettuare in caso di necessità per esempio per poter partecipare ad un concorso.

Il primo ostacolo con cui mi sono scontrato è stato la necessità di ottenere una traduzione giurata dei miei certificati. Nonostante l’Italia faccia parte dell’Unione Europea, la burocrazia richiede che anche i documenti in inglese vengano tradotti in italiano. Questo processo di traduzione giurata implica che il traduttore debba recarsi in un tribunale e giurare (a un costo significativo, con tante marche da bollo) che la traduzione è stata effettuata con precisione. Il costo di questo passaggio è di circa 500 euro, e la procedura può richiedere mesi a causa dell’inefficienza dei tribunali.

Successivamente, ho dovuto inviare le traduzioni via posta espressa al consolato, il che è necessario per ottenere la dichiarazione di valore. Quest’ultimo è semplicemente un documento che attesta che l’università straniera esiste e rilascia titoli di studio validi nel proprio paese (ovviamente non esprimendosi sulla comparabilità di questi con i titoli italiani). Ancora una volta, questa procedura ha comportato costi notevoli e ha richiesto nove mesi di attesa.

A questo punto, si può tirare un sospiro di sollivevo, perché per partecipare ad un concorso pubblico è possibile seguire la strada dell’equivalenza, ovvero mandare tutto il plico al ministero della funzione pubblica insieme al bando di concorso che, qualora si risultasse vincitori, esprime un parere sulla validità del titolo per quel concorso.

Nel frattempo però, è stata introdotta una nuova legislazione con l’obiettivo di semplificare il processo di riconoscimento, grazie a un ente chiamato CIMEA. Tuttavia, il Ministero dell’Istruzione italiano ha scaricato completamente sulle università la responsabilità dei riconoscimenti (anche dei dottorati), richiedendo ora questo documento CIMEA (in qualche caso in aggiunta a quelli già ottenuti).

La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che il sito web del CIMEA è stato chiuso per “vacanze” ad agosto, e a settembre è stato disabilitato fino ai primi mesi del 2024 per “migliorare il servizio”. Questo significa che chiunque sia in procinto di ottenere il riconoscimento dei propri titoli di studio si troverà ad affrontare ulteriori ritardi e frustrazioni.

Il sito CIMEA per il rilascio di certificati di Comparability e Verification l'11 Ottobre 2023

Inoltre, in molte università la procedura di equipollenza può essere attivata solamente a cavallo tra gli anni accademici o comunque per pochi mesi, potenzialemente allungando di molto tutta la procedura.

In tutto questo questo sono stato fortunato, perché grazie ad accordi bilaterali con la Germania, non ho avuto bisogno di legalizzazione o Apostille dell’Aja per i paesi che hanno aderito alla convezione dell’Aja del 1961.

Personalmente, ho perso l’opportunità di partecipare a concorsi da ricercatore a causa dell’assenza della dichiarazione di valore. Come italiano, mi sento tagliato fuori dal mio stesso paese. Non sorprende quindi che pochi ricercatori stranieri scelgano l’Italia come destinazione per la ricerca. La barriera burocratica è molto complessa per gli italiani stessi e praticamente insormontabile per stranieri e richiede anni per ottenere i documenti necessari.

In contrasto a questa complessa e lunga procedura in Italia, desidero sottolineare un’esperienza molto diversa che ho avuto in Germania. Quando ho cercato di ottenere il riconoscimento della mia laurea triennale italiana per potermi iscrivere a un’università tedesca, ho scoperto che il processo è stato immediato ed estremamente agevole. Questo è un esempio di come altri paesi europei abbiano implementato procedure di riconoscimento più efficienti, che agevolano la mobilità degli studenti e dei ricercatori tra le nazioni. La differenza tra le due esperienze sottolinea ancora di più la necessità di semplificare il processo di riconoscimento dei titoli di studio stranieri in Italia e di ridurre gli ostacoli burocratici che scoraggiano la collaborazione internazionale.

È fondamentale che il governo italiano prenda in considerazione queste difficoltà e semplifichi la procedura di riconoscimento dei titoli di studio stranieri. In questo modo, l’Italia potrebbe diventare un luogo più accogliente e invitante per i ricercatori stranieri, promuovendo la diversità e la collaborazione nell’ambito della ricerca.

Edit: aggiungo un articolo de “Il Post” di settembre 2024 fatto molto bene che riporta la situazione attuale: Il Post.

Disclaimer: le opinioni espresse in questo post sono strettamente personali. L’intento è di contribuire a un dibattito costruttivo volto a migliorare il sistema del riconoscimento dei titoli di studio in Italia.